Un viaggio di mille miglia comincia sempre con il primo passo.

mercoledì 14 maggio 2014

Sæll og blessaður aftur!

Eccoci qui. Dopo quanto? Due mesi di non aggiornamento? OPS.

Mi spiace aver abbandonato il blog così, ma voglio riprendere a scrivere e, perché no, iniziare a fare dei video...così non sto le ore al computer a scrivere!
Ho apprezzato tanto il fatto che molti mi abbiano scritto per sapere se fossi ancora viva e che volevano aggiornamenti :D Scusatescusatescusate, mi metto in ginocchio! Giuro che saprete tuttissimo in questo mese che mi resta!

Agli inizi di aprile c'è stato uno sciopero dei professori che è durato tre settimane. Non avete idea di quanto sia stato bello non andare a scuola per un po' di tempo. Ho avuto l'opportunità di andare a Reykjavík più spesso, uscire la sera e incontrare gli Exchange che vivono lì.
Mi sono anche iscritta in palestra e in piscina nel mio paese e ho scoperto che adoro andare lì a nuotare, l'acqua è così calda e accogliente :)

Abbiamo avuto anche un campo di AFS durante lo sciopero, che si è svolto a Snæfelssness, in una scuola isolata nel nulla.
Ma prima di raggiungere la scuola, siamo andati a trovare il Presidente d'Islanda a casa sua.
Vive poco fuori Reykjavík, in una villa. La cosa sconvolgente è che non ci sono cancelli all'entrata, né guardie, e c'è addirittura le fermata del pullman che si ferma li davanti!
 
Noi vestiti di tutto punto che raggiungiamo la divina dimora
 
C'era anche poco vento...
Comunque, accolti dalla miriade di maggiordomi, abbiamo fatto un giro della casa (ovviamente della parte "turistica", dove erano esposti tutti i regali di altre paesi e altre cose varie, tra cui anche il corno di un narvalo e un "orso spellato" (pelle di orso è troppo mainstream) messo a cavalcioni sulla ringhiera delle scale.
Dopo il tour siamo stati ricevuti dal presidente, abbiamo fatto "due chiacchiere", una miriade di foto, bevuto Coca-Cola in calici di cristallo e poi levato il disturbo.
 Tutti gli exchange students a rapporto! Il presidente è quello a destra in giacca e cravatta ;)
  
Io e la mia ciccia abbiamo fatto visita al
 presidente d'Islanda Ólafur Ragnar Grímsson
 
A seguire, siamo andati alla BLUE LAGOON!
Un posto estremamente turistico, ma che ha sempre il suo fascino :)
 
"Blue Lagoon is based upon an amazing gift of nature: our unique source of geothermal seawater. Therefore everything we do is driven by a respect for the natural environment. We are proud to be a leading company in terms of green thinking and to be 100% powered by clean geothermal energy."
 
Una piscina TUTTABBBLU, in gran parte naturale, calda, all'aperto, ricchissima di silice, moderna e con tutti i confort possibili, maschera per il viso e bar compresi.

Ah, le vedete queste belle ragazze qui presenti? Sono tra le "protagoniste" di un video che vi aggiungo sotto!
 
 
E' consigliato di entrare nell'acqua con il balsamo in testa, perché i sali minerali seccano tantissimo i capelli.

 
E' stata un'esperienza molto rilassante, costosa e divertente, e direi che è tappa obbligatoria per chiunque di voi che un giorno andranno in Islanda.
 
Christian lo YOLO man
 
E ORA IL FATIDICO MOMENTO...THE VIDEO!
Spero che vi piaccia, ci ho messo tutta una sera a farlo D:
Cliccate sul link, ve lo apre su YT in un'altra finestra.
 
Andando avanti con i fatti, dopo la sosta a Blue Lagoon siamo saliti su un pullman che ci ha portato nella penisola di Snæfellsness.

Anche se all'inizio tutti eravamo un po' sconvolti nel vedere la scuola in cui si sarebbe svolto il campo, che, vi assicuro, era davvero IN THE MIDDLE OF NOWHERE, alla fine ci siamo divertiti tantissimo! C'era talmente tanta neve potevamo camminare tranquillamente sul tetto della scuola! Inoltre, abbiamo dormito tutti insieme nella stanza più grande, abbiamo organizzato un mini show, parlato dell'esperienza e abbiamo visitato tutta la penisola, che è davvero bellissima. Ah, tra l'altro, siamo passati dal paese più vicino e i volontari ci hanno detto che i bambini che ci vivono vanno nella scuola in cui noi dormiamo. Secondo me chi ha deciso di costruirla lì ha fatto il ragionamento: "Qui c'è un paese con circa mille abitanti, sarebbe troppo intelligente e banale costruire la scuola qui, mettiamola a dieci chilometri di distanza." Così, a random.
Ah, islandesi ribelli.
 
Tornando al discorso di prima, vi dicevo che abbiamo girato tutta la penisola in pullman e ci siamo fermati nei posti più belli, tra cui una scogliera con annesso porticciolo, una spiaggia di sassi TONDI TONDI (che tra l'altro si dice che siano sassi energetici) e, udite udite, il museo dello squalo! Si, ma non uno qualunque...il museo dello squalo in cui è andato Pif nella puntata del testimone e abbiamo incontrato lo stesso signore che lui ha intervistato!

Il simpatico signore è quello con la giacca blu vicino a me :D
 
 
mmm...squalo appeso pronto per essere macerato!
 
 
All the Exchange students!
 
Io e Silvia stilosamente davanti al porticciolo del paese senza scuola :D 
 
Il porticciolo
 
Mi sono dimenticata di dire che nel museo
c'erano anche delle foche imbalsamate!
 
 
La spiaggia con i sassi tondosi
 
I sassi energetici :)
 
 
Sulla via del ritorno a Reykjavik ci siamo fermati a bere da una "sorgente naturale" ovvero, un rubinetto arrugginito piantato nel terreno. Enjoy.
 


Altra cosa che ho fatto in questi ultimi mesi è stato FALLIRE DIETE. Devo dire che sono piuttosto brava: ogni lunedì ne iniziavo una e il martedì l'avevo già fallita.
Vi prego, ditemi che la prova a costume è a crocette :(

Ha contribuito a questi fallimenti anche la visita alla fabbrica di gelato che sta nel mio paese (che produce gelati per tutta l'Islanda, tra l'altro. E no, non è per niente grande.)
Dato che il marito della mia contact person è il proprietario, ho chiesto di poter fare un tour d'esplorazione e ho portato anche un'exchange giapponese e la sua sorella ospitante, che è stata in Italia l'anno scorso.
Ci hanno fatto vestire da "operaie", con tanto di cuffietta in testa e ciabatte da ospedale e poi abbiamo iniziato il tour.

 
I'm sexy and I know it
 
Considerando, come ho scritto prima, che Kjöris è la maggiore azienda produttrice di gelato in Islanda, la fabbrica in sé non è per nulla grande e per niente robotizzata. Lo so, l'Islanda ha solo 320.000 anime, ma non avendo alcuna conoscenza nel settore, pensavo che ci fosse molto meno lavoro manuale.

Comunque, nel nostro mini tour, siamo andati in varie stanze. Nella più grande, dove confezionano e inscatolano il gelato, ci lavorano circa una decina di persone.
Un macchinario "spara" il gelato nelle vaschette e poi le chiude. Un operaio deve poi metterle nel congelatore, toglierle e inserirle nella macchina che ne avvolge 4 insieme in un film di pellicola.

Kjörís, da quanto mi hanno detto, produce anche vaschette da 5 litri per un bar di Londra. Si dia il caso che queste vengono riempite e chiuse manualmente, e vi assicuro che per riempirle bisogna fare un po' di pratica: c'è un tubo che scende dal soffitto da cui esce gelato no-stop, e bisogna essere abbastanza veloci e coordinati per riempire la vaschetta senza lasciare buchi, senza sbordare e senza far cadere gelato per terra.
Nella stessa sala si producono anche i gelati in stick, che possono essere dei ghiacciolini nauseabondi ricoperti di cioccolato (di cui i miei fratelli vanno ghiotti) o dei gelati tipo Magnum ripieni di caramello.

 
In altre stanze ci sono: una tizia che decora torte gelato (da sola, a mano. Un'ora per torta.) e un tizio che riempie flaconcini di CHOCOLATE TOPPING o CARAMEL TOPPING e li chiude, sempre a mano.
Poi ovviamente c'é una stanza-congelatore dove mettono scatoloni di gelato a raffreddare prima che vengano distribuiti nei vari negozi.
Dopo il tour, con facce sorridenti, ci dicono che ora era arrivato il momento di lavorare.
Anche se non ci era stato detto esplicitamente prima, non mi é dispiaciuto lavorare un pó. Il bello di stare tutto il giorno con il gelato sotto al naso, é che non viene voglia di mangiarlo, perché se ne vede cosí tanto che alla fine si rimane quasi nauseati.

Per circa due ore ho riempito vaschette di gelato alla vaniglia destinate ai londinesi, controllato la produzione e l'inscatolamento di ghiaccioli nauseabondi e spostato scatole di gelato dal freezer alla macchina impacchettatrice.
Non é stato noioso, anzi molto interessante, ma perché era la prima volta che lo facevo.
Inoltre dopo due sole ore a stare in piedi mi é venuto il mal di schiena, quindi ho tutto il rispetto per le persone che lavorano in quell'azienda (e in generale in fabbrica), perché io non durerei piú di due giorni.

Verso mezzogiorno, si fa la pausa a turni e noi, oltre ad aver scroccato un pranzo, siamo anche state pagate con uno scatolone pieno di tanti gelati diversi :D


Parlando di vacanze di Pasqua, il 16 Aprile ho provato il brivido di FARE UNA VALIGIA, cosa che io odio, perché "studi universitari hanno dimostrato che mi dimentico sempre qualcosa".
Inoltre, dovevo portare vestiario per 2 settimane, piú gli indumenti da sci, piú il mio enorme beauty, che ho cercato di limitare all'indispensabile.
Neanche a dirlo, ero in ritardo con la preparazione, e a solo due ore dal pullman avevo ancora lo zaino vuoto.
Ho preso il pullman con tremila borse, piú lo snowboard. Avevo uno zaino da backpacker molto figo e molto pesante (per inciso, dentro c'erano gli scarponi da snowboard), con il casco e il sacco a pelo penzolanti, piú uno zainetto.

Giá ero abbastanza stressata perché all'arrivo a Reykjavik avrei dovuto camminare per un quarto d'ora, in salita, con il mio modesto carico, poi ci si mette anche il tizio davanti a me, un genio, che decide di appendere la sua giacca sullo schienale del sedile, in modo che mi venisse addosso, benché avesse il posto accanto a lui libero...

A Reykjavik, dopo un pó di peripezie, ho trovato quella santa di Veronica che era venuta a prendermi alla fermata del pullman, per aiutarmi con i bagagli.
Insieme siamo andate a casa sua, dove io l´ho aiutata a fare la borsa, dato che dentro ci voleva mettere la piastra, due paia di scarpe, tre felpe, cinque paia di leggins, un numero ∞ di calze e un'altra miriade di cose inutili. Il tutto per tre giorni.

Il giorno dopo io, Veronica, altri 9 exchange students e un centinaio di persone sconosciute eravamo in pullman, diretti a...Isafjorður! Una cittá di pescatori lontana dal mondo e dalla civiltá, talmente isolata che non esistono pullman di linea che ci vanno, quindi, o si ha una macchina, o si paga una cifra spropositata per l'aereo.
La gita é stata organizzata da una compagnia turistica, quindi le nostre preoccupazioni riguardo all'organizzazione in quei giorni sono state relativamente nulle.

Dopo sette entusiasmanti ore di pullman, in cui abbiamo scovato altri italiani in mezzo al gruppo e visitato una minuscola fabbrica di sale, siamo arrivati nella minuscola Isafjörður, ci siamo fermati per circa un'ora per fare provviste, cenare e poi ci siamo messi di nuovo in viaggio verso il nostro hotel, a 40 km di distanza.

La strada rossa é quella che abbiamo fatto, da Reykjavik :)

Siamo stati accolti in una specie di ostello, enorme, con molti spazi comuni e una cucina bellissima *-*
Si, la cucina é importante, perché abbiamo dovuto cucinarci colazione e cena da soli, con le provviste fatte ad Isafjörður.

Quella sera tutti gli ospiti stavano giá facendo amicizia: gente che suonava il pianoforte, chi la chitarra, chi giá era ubriaco.
E poi c'eravamo noi exchangers, un pó isolati essendo "i piú piccoli" e stanchi dal viaggio. Infatti io e Nina la brasilera, la mia compagna di stanza, abbiamo optato per andare a dormire.

Venerdí doveva essere una gran giornata, si doveva andare a sciare e tutti erano giá in piedi dalle 7.
Peccato che ci fosse troppo vento, e quindi gli impianti sciistici fossero chiusi.
Il che, oltre creare un attimo di panico, ha anche incasinato la giornata a tutti, dato che non avevamo nessun PIANO B.


Alla fine, i responsabili della gita hanno messo in piedi un'escursione improvvisata sulla collina di Isafjörður, ma noi non ci siamo andati perché, a dire di Matteo (l'exchange student italiano che vive lì), con il tempo che cambia cosí in fretta ci saremmo potuti ritrovare in mezzo a una bufera in un posto sconosciuto. Quindi yaaaay, abbiamo solo girato la cittadina senza fare niente di particolare, in attesa che arrivasse il pullman per riportarci in hotel.
Ah, ho trovato un lampione storto...suppongo sia per il vento ahhahaah
 
Noi Exchange student abbiamo deciso di cenare tutti insieme con un piatto di pasta. Qualcuno si era reso disponibile a mettere l'acqua a bollire e buttare gli spaghetti, nel mentre noi altri finivamo di farci la doccia.
Arrivata in cucina, ho trovato una pentola relativamente piccola, con dentro un chilo di spaghetti tutti appiccicati e pochissima acqua. Era diventata una poltiglia biancastra immangiabile, oltre essersi tutta appiccicata al fondo della pentola!
 
Così io e Veronica ci siamo messe a fare il possibile per sistemarla, abbiamo travasato tutto in una pentola più grande e aggiunto acqua, e la situazione è leggermente migliorata...
In ogni caso tutti si sono mangiati quella pasta ed erano felici, quindi no problem!

Verso le 23 il pullman ci ha portati ad Isafjörður, dove si teneva il festival "Aldrei fór ég suður".
Essendo un festival, ed essendo in Islanda, non poteva non essere pieno di persone ubriache, ma anche per quello è stato divertente. E poi ad un certo punto noi eravamo proprio sotto il palco (non quando è stata scattata questa foto ahahaah)!



Il giorno seguente, dopo una colazione a base di salutari pancake alla banana, siamo finalmente riusciti ad andare a sciare.

 
Anche se l'impianto non aveva un RENTING PLACE rifornitissimo, ci siamo accaparrati tutti gli sci e snowboard possibili, in modo che tutti potessero sciare. Io per fortuna comunque avevo il mio snowboard spedito dall'Italia :D Alla fine, comunque, mancavano degli scarponi da snowboard e Matteo si è ritrovato con lo snowboard e gli scarponi da sci!

A parte il tempo, che cambiava ogni 3 minuti, alternando bufere di neve a sole, l'impianto, per quanto piccolo e dotato solo di skilift, non era male, e la neve era compatta e in abbondanza!
Ma ovviamente non c'è avventura senza imprevisti...ecco perché si è rotto l'unico skilift che raggiungeva la cima, quindi mi è toccato sciare tutto il tempo su una pista praticamente in piano, cercando di insegnare agli altri ad andare sullo snowboard. Non così divertente, ma meglio che niente.


La sera, in hotel, c'è stato un barbecue per tutti gli ospiti, e per mangiare bisognava procacciarsi il cibo in stile primitivo, ovvero facendo le corse e precedendo tutti. (Ma la carne era buonissima!)
Comunque, per non morire di fame, in un pentolone avevano preparato anche una poltiglia, in cui dentro c'era DI TUTTO, dalla pasta scotta a verdure indefinite, ananas, mela, salse, cetrioli...AAAH D:

Dopo cena siamo tornati a Isafjörður, per la seconda sera di festival, dove io ho comprato la maglietta con il logo dell'Aldrei for èg Sudur (ci ho lasciato giù venti euro per una canottiera...).

Tra i gruppi di quella sera siamo stati "deliziati" da una tizia molto particolare, che ha passato metà del suo show a cercare di mettere a posto i cavi delle casse e l'altra metà a ululare/miagolare...
Un cantante famoso in Islanda, invece, è Páll Óskar, un tizio abbastanza egocentrico che ama vestirsi di rosa e possibilmente con brillantini in abbondanza. QUI c'è una sua canzone che ha cantato al festival, così vi sentite un po' di islandese :D
 
Il giorno dopo, ovvero domenica, ovvero Pasqua, l'abbiamo passata felicemente sul pullman.
Fortunatamente non sono dovuta arrivare fino a Reykjavík, ma mi sono fermata un'ora prima, ad Akranes, perché mi sono fermata a dormire da Arianna.


A Pasquetta ero di nuovo su un pullman, diretta ad Akureyri.
Tra l'altro, il pullman era strapieno e mi sono dovuta sedere nell'unico posto libero, vicino ad un signore sulla settantina, che perdeva parecchi colpi.
Ha iniziato a parlarmi appena mi sono avvicinata al sedile e da lì la conversazione (o monologo, se vogliamo essere precisi) è continuata per un bel po'. Ha iniziato a chiedermi chi fossi, dove andassi a scuola, che sport facessi, perché ero in Islanda e di nuovo che sport facessi. Poi se n'è uscito con: "Ah, ma tu hai Facebook? No, perché io ci sono, possiamo essere amici!" :O
E ancora: "Ho tanta bella musica sul cellulare, vuoi sentirla?" e dopo essere stato cinque minuti a cercare dove fosse la musica nel telefono, se ne esce con la suoneria della Samsung.
Io dentro di me stavo morendo dal ridere, anche se ero abbastanza preoccupata di dovermi fare 7 ore di viaggio in questa compagnia...
Per fortuna però è sceso dopo una ventina di minuti, a Borgarnes.
Non sono mai stata più sollevata :D

Arrivata ad Akureyri, i miei host parents sono venuti a prendermi in macchina, per andare ad Eskifjörður, un paesino nell'est dove vivono i miei host nonni
.
 
Sono rimasta lì per una settimana, fino a domenica e, se ve lo steste chiedendo, tutto ciò che è successo da Isafjordur ad ora è stato durante le vacanze di Pasqua.

 
In questa settimana mi hanno portato a vedere i fiordi nella zona, abbiamo fatto un po' di passeggiate e siamo andati a sciare.
 
La cosa esilarante è stata che, in quando in Islanda non esistano le seggiovie, ho dovuto prendere uno skilift praticamente verticale, con lo snowboard...il che è un suicidio.
L'impianto era piccolo, aveva solo tre skilift, ma dall'alto si vedeva il mare! Bellissimo :D


Sintetizzo molto questa parte, perché questo articolo sta diventando too long!

Viaggio di ritorno in macchina: domenica.
Ore: 10 e infinitamente lunghe.
Cose fatte: sopravvissuta a tre bambini che piangevano contemporaneamente. Ora potrei scrivere il libro "Mille modi per far tacere un bambino che frigna in macchina."
Soste: Jökull Sarlón, una laguna ghiacciata.

 
 

N.B. Sorella1 ha 6 anni, Sorella2 ne ha 4 e Fratello ne ha 1 e mezzo.
 
La scena é stata: Sorella2 vuole dormire, ma a suo dire la luce dell'Ipad con cui giocava Sorella1 era troppo accecante e non glielo permetteva. Cosi da brava bambina viziata ha iniziato a rompere le scatole e a piangere e lamentarsi.
Abbiamo fermato la macchina e tolto il palmare a Sorella1.
Sorella1 di conseguenza ha iniziato a piangere, un po' per il palmare un po' perchè ha una verruca al piede che le fa male (solo quando le fa comodo).
Nel frattempo, dato che avevamo fermato la macchina, Fratello si è svegliato e ha iniziato a piangere. Pero' con Sorella1 e Fratello che piangevano, Sorella2 non poteva assolutamente dormire, cosi ha pensato bene di mettersi a piangere pure lei.

Io stavo smattando.


Spero che il racconto di queste vacanze di Pasqua vi sia piaciuto, so che è stato lungo, ma se siete arrivati fin qua meritate una medaglia :D



Ci vediamo presto! Ho tante cose da raccontarvi riguardo a questo weekend :D
 
 

3 commenti:

  1. fantastica e divertente come sempre....!!!!... forza e coraggio ...ancora 1 meseee

    RispondiElimina
  2. Vorrei anche in Italia tre settimane di sciopero..Fantastico :D

    RispondiElimina
  3. Very nice blog, greetings from Chile.
    https://www.instagram.com/refugiolosnires/

    Fernando

    RispondiElimina

Per commentare non bisogna essere registrati a nulla :D